Storie più allegre

Articolo di Cristina Alessandro per il blog Storie di Libri

Mi suggeriscono di scrivere storie più allegre, perché i miei libri sono troppo malinconici, cinici, impegnativi da “digerire”. Forse è così: parlo di rapporti umani complicati, calati nella psicologia quotidiana del vivere. Cerco di affrontare i lati oscuri dell’interiorità, di esplorare emozioni e paure, pur sottendendo una possibilità di riscatto personale e comune. Chi mi conosce mi descrive come allegra, vitale, propositiva: lo sono, ma tutta questa voglia di vivere l’attingo da un disagio doloroso di fondo, dalla disillusione di una società umana che fa difetto ogni giorno di più. Parlo di solitudine perché la colgo spesso nello sguardo di chi mi sta attorno, di fragilità, di desiderio di essere amati per come si è, scevri dal giudizio altrui.
Ebbene sì, questo è quello di cui mi interessa parlare, augurandomi possa coinvolgere altri che vivono sulla propria pelle le medesime sensazioni. Forse potrei cimentarmi in un bel romanzo rosa, rassicurante e rilassante, dove l’amore è il sentimento che vince ogni avversità, magari con un lieto fine. Ma non ne sono capace e la lealtà intellettuale è il miglior regalo che posso donare a chi mi dedica il suo tempo.