Giusto

Articolo di Luigina Parisi per il blog Storie di Libri.

Quando ero piccola, seguivo mia madre in ogni suo passo osservandone i gesti. Assorbivo ogni suo modo di fare, dai movimenti che compiva quando stendeva il bucato, al suo sistema di stirare e cucinare. Tutto mi sembrava perfetto fatto da lei. I movimenti calmi ma continui contrastavano col mio modo di muovermi, irruente e goffo, che predisponeva necessariamente ai disastri che ne conseguivano. Per cui sentivo la necessità di imparare. Spesso accompagnava ciò che faceva con delle spiegazioni. Vedi? I maglioni vanno stesi in questo modo per non rovinarli, se le mollette sono in numero inferiore al bucato da stendere si possono accavallare alcuni capi, ma solo quelli in cotone che non stingono. Quando cucini e i fornelli si sporcano vanno puliti subito, perché è importante avere il piano pulito.
I letti rifatti poi erano la perfezione. Coperte che cadevano perfettamente da entrambi i lati, con la stessa misura. Lenzuola stirate a furia di passare sopra le mani, come quelle degli alberghi. Le polpette tutte della stessa misura. Il caminetto sempre pulito. La pulizia di una donna si vede da come tiene in ordine il caminetto, diceva. La sua camera da letto un museo. Tutto sempre al solito posto, niente ne cambiava l’aspetto nel tempo.
E io, che donna poi sono diventata, quanto ho imparato da tutto ciò?
Ho imparato a disattendere ogni consiglio, mio malgrado. La mia stanza è un divenire continuo, tavolini che entrano, escono, libri sparsi ovunque, sedie mosse di continuo, letto rifatto sempre, ma alla svelta, biancheria stesa bene, ma ho comprato tante di quelle mollette che non è necessario accavallare nessun capo, polpette a fantasia di tutte le taglie. Seppure amo l’ordine non sono fissata. E sui letti mi sono sempre seduta, ignorando le pieghe che restano. Siamo donne di epoche diverse, io e mia madre, con diversi scopi nella vita. E se io adoro fotografare i tramonti, lei ama ricamare il filet, e se a me piace leggere, a lei piacciono le storie raccontate in TV. Io avevo il volo, anche se allora non lo sapevo. Forse lo stesso suo di ragazza. Avevo il volo, ciò che a lei anni e anni di doveri familiari hanno tolto. Lo nascondevo gelosa flettendomi a proteggerlo dai venti. L’ho custodito come dono prezioso e solo ad esso ho risposto, pure amando e vincolando il passo, ma il tempo ha restituito forza ad ali un po’ infeltrite, timorose di sembrare ardite, le ha rese un po’ sfacciate e pronte a sfidare cieli, sereni e tempestosi. Il mio sguardo conquistato, sempre nuovo, mi protegge dal tempo che passa facendomi restare giovinetta con la stessa voglia di imparare cose nuove al di là di ciò che è giusto e confacente.
Giusto è tutto ciò che fa stare bene, che rende brillanti gli occhi e giovane il cuore.