Il gioco dell’oca

Certi incontri sono magici e hanno un loro perché. Alla fiera del libro di Pavia le mie vicine di tavolo erano due simpatiche signore di Poggibonsi, con il loro libro da promuovere: “Il gioco dell’oca”, PAV Edizioni. L’ho ricevuto in dono, in realtà uno scambio tra autrici. Il tema non è affatto facile, parla di anoressia, una tragica storia vera raccontata con dignità. Le protagoniste: Daniela, la mamma e Federica, la figlia, vittima di questa terribile malattia. Un libro toccante al quale si accede dalla voce di entrambe, mai melodrammatico, scritto a quattro mani con quella autenticità che strappa l’anima a brandelli, ma regala spunti di riflessione e speranza. Vuole essere la narrazione di dieci anni di calvario, un susseguirsi di cadute e riprese, una sorta di terapia liberatoria che solo la scrittura sa regalare. Un messaggio di speranza e augurio a chi soffre di questa subdola ossessione, vera e propria patologia. C’è una frase, tra le tante che ho sottolineato, che esprime in poche parole il significato di tanta sofferenza. “Perché io lo so, amore mio, che sei anima e corpo, e che forse, proprio per difendere l’una, stai distruggendo l’altro”.
L’ho sentito sulla mia pelle quello strazio, ripensando a quanto da ragazza sia andata vicina a precipitare nel medesimo pozzo buio, calcolando a mente le calorie e facendo attività fisica come una forsennata. Non mi accettavo per come ero, più dentro che fuori. Alla fine, se di segreto si può parlare, l’unica via percorribile è quella di sapersi perdonare e accettare per come si è, lati oscuri compresi, svincolandosi dalla zavorra del giudizio altrui. Un libro che consiglio per la poesia che sa raggiungere, per il conforto che dona a chi sta patendo ora, un monito a chiedere aiuto, sempre.

Autrice dell’articolo
Cristina Alessandro è un’appassionata lettrice, soddisfa la necessità di scrivere sognando di emozionare i lettori con storie ispirate alla vita di tutti i giorni. Sono molte le attività che donano un senso alle sue giornate, per esempio adora i viaggi, l’arte, lo studio delle lingue straniere e frequenta stimolanti corsi di scrittura creativa, perché come sappiamo gli esami non finiscono mai.