Eravamo immortali

Eravamo immortali, di Marco Cassardo, Mondadori Editore.

Marco Cassardo, Mondadori Editore.
È uno di quei libri che rimane impresso per sempre, uno di quei capolavori che vorresti diventasse un film, probabilmente perché la bella scrittura di Cassardo stimola l’immaginazione visiva. Viene naturale immedesimarsi nelle situazioni dei personaggi, soprattutto perché il libro tratta fatti storici veramente accaduti.
Complici di questa ottima riuscita risultano essere diversi fattori. A iniziare dai dialoghi realistici tra i protagonisti, dalle descrizioni delle scene, dal modo in cui i capitoli sono articolati, poiché ognuno di loro inizia con una data precisa a partire dal 23 aprile 1939 fino al 10 luglio 2000. Ciascun capitolo si sofferma su alcuni episodi che segnarono la nostra storia, come la ritirata di Russia del 1943, le condizioni dei lavoratori con le lotte operaie alla Fiat, il Sessantotto e il terrorismo. Sessant’anni di storie e di storia dunque, dove vengono ripercorse una serie di vicende capitate a due giovani torinesi, ossia al comunista operaio Steu e al fascista caporeparto Nando, figure con ideologie divergenti, il cui rapporto di amicizia è perennemente in contrasto, anche se permane in loro quel sentimento di affetto che li tiene uniti fino alla vecchiaia. D’altronde il vero amico si vede nei momenti difficili, come si suol dire.
Il libro si apre con una corsa in bici, una passione che accomuna i due amici. La guerra turba le loro vite, ma il destino li fa incontrare di nuovo, persino durante la campagna in Russia, dove l’autore descrive il dolore con assoluta capacità narrativa. Scene crude come questa: «I morti scaricati dalla slitta vennero coperti con teli da tenda. Una bottiglietta contenente le generalità venne collocata accanto a ogni salma. La si coprì di terra, si piantò su di essa una croce di legno con inciso nome e cognome e si appoggiò l’elmetto alla sommità». Altri personaggi, come mogli, figli e compagni di guerra arricchiscono quest’opera letteraria che consiglio vivamente di leggere.

Copertina del libro

Sinossi

Stefano e Nando, i due amici “immortali” di questo romanzo, vengono da lontano. Attraversano sessant’anni della nostra storia e come eroi omerici si muovono sotto le mura di Troia che sono di volta in volta la drammatica ritirata di Russia del 1943, le lotte operaie alla Fiat, la battaglia per un nuovo benessere, la rivolta delle generazioni più giovani. Stefano e Nando si battono, nel bene e nel male, per un’idea di mondo che cresce insieme a loro, ai loro amori, alle loro famiglie, e che non dimentica mai l’amicizia che li lega. Appartengono al popolo e nel popolo maturano il patrimonio di emozioni che li ha segnati. Nascono entrambi come promesse del ciclismo, e a quel sogno su due ruote restano legati come all’orizzonte di una sfida che sembra non esaurirsi mai. Stefano e Nando appartengono al popolo e “Eravamo immortali” è un vero romanzo popolare, che moltiplica passioni e strappi, che muove personaggi e destini, che scivola lungo la catena degli anni finché i due amici si trovano davanti a responsabilità sempre più nette, compresa l’ultima, enorme, che concerne il senso della loro amicizia. Si entra in questa storia e da subito si comincia a correre; e ci si ritrova a ogni svolta narrativa con l’ansia di sapere quale sarà la via che ci chiama a partecipare, a sapere, a commuoverci. Sia lode a Cassardo, scrittore che non ha paura, e, come un fiume in piena, mette le ragioni del narrare al servizio della nostra identità, che viene dal passato e guarda oltre il presente.